VOGLIAMO CASE! ALER RISPONDE CON LE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA

Bergamo -

Circa una famiglia ogni 300 a Bergamo viene colpita dal dramma dello sfratto, 1000 sono le richieste di assegnazione di alloggio nella sola città di Bergamo nel 2014, mentre le case assegnate sono state solamente 100.

Ma per Aler, a seguito di un accordo con l'amministrazione Gori ha la gestione anche delle case popolari, la priorità sono le telecamere per scongiurare le occupazioni. 225.000 sono gli euro investiti per posizionare gli impianti di video sorveglianza nei pressi delle case popolari della Malpensata, di via Don Bosco, via Carnovali, via Kig, via Galmozzi e via Tremana.

A fronte di centinaia di case sfitte, molte di proprietà pubblica e che hanno bisogno di manutenzione per poter essere assegnate, Aler, in perfetta sintonia politica con gli indirizzi di governo, affronta la questione abitativa dal punto di vista della legalità e dell'ordine pubblico.

Per scongiurare le occupazioni non servono le telecamere ma case, abitabili e dignitose, Aler non deve fare servizio di ordine pubblico, ma sistemare e assegnare case a chi ne ha bisogno e che non ce la fa più a sopportare il peso di questa crisi, sempre più pesante e che sta mettendo a rischio di sfratto migliaia di persone per morosità incolpevole. Perdere il lavoro non è una colpa, dare un tetto alle famiglie che ne necessitano è il compito di Aler e delle amministrazioni locali. Se ciò non avviene e i soldi dei lavoratori vengono utilizzati per altri scopi, allora significa che la legalità è una interpretazione personale e di conseguenza le occupazioni per necessità ne sono il prodotto.

USB Bergamo, non solo respinge questa posizione che vuole criminalizzare chi cerca solo di sopravvivere, ma starà dalla parte di ogni cittadino che a causa di queste scelte demenziali di Aler e Comune sarà costretto a occupare nuovi spazi abitativi.