ACCORDO RAGGIUNTO E RISPETTATO AI VIVAI ROTA DI BERGAMO: PAGATI TUTTI GLI ARRETRATI

Bergamo -

Ci sono voluti due scioperi, una diffida e un’ingiunzione di pagamento e non poco coraggio da parte dei lavoratori e delle lavoratrici. Determinante è stata la coerenza dei dipendenti dei Vivai Rota che hanno saputo resistere alle intimidazioni e ai tentativi padronali di rompere l'unità tra i dipendenti proponendo "accordi" individuali in modo differenziato e discrezionale. Il tentativo di estromettere USB dalla trattativa è fallito proprio perché i lavoratori non hanno abboccato ai piagnistei padronali e non si sono fatti dividere. Hanno anche mandato a casa la Cgil che per anni si era prodigata nel dissuadere i lavoratori a intraprendere qualsiasi azione di rivalsa per "non fare fallire l'azienda".

Stanchi di essere presi in giro da sindacati complici, stanchi delle sofferenze subite dalle loro famiglie per una "crisi", vera o presunta sbandierata continuamente  dall'azienda, mentre il padrone, quello sì obbligato legalmente e moralmente ad assumersi il "rischio d'impresa" non si faceva mancare nulla, hanno deciso di pretendere quanto gli spettava, senza sconti né scuse. Hanno compreso che l'unità e la determinazione sarebbero stati lo strumento necessario per resistere alle insistenti e ripetute pressioni. Hanno resistito e hanno vinto!

Il piano di rientro sottoscritto è stato rispettato alla lettera e ai primi di maggio quanto dovuto in mensilità, ferie, straordinari, TFR di ex dipendenti in attesa di pagamento da oltre due anni arretrati, sono stati saldati completamente. Anche questo è un passo in avanti, un tassello fondamentale per la crescita di tutti e la costruzione di quella consapevolezza di classe fondamentale per rovesciare i rapporti di forza in campo e strappare diritti e dignità.

L'azienda non è fallita e l'attività procede a pieno, i lavoratori svolgono le loro mansione con più rispetto e dignità e più consapevoli dei loro diritti. Chi afferma o si nasconde dietro il "tanto non cambia niente" viene  smentito ancora una volta sul campo, perché la lotta e la resistenza pagano sempre.