OSPEDALE PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO: BASTA DEROGHE AGLI ORARI DI LAVORO NELLA SANITA'

Bergamo -

Mancano solo 10 giorni al 25 novembre. Tra circa 240 ore quindi scatterà lo stop alle deroghe sull'orario massimo di lavoro fissato dall’Unione europea e il personale dell'Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo è preoccupato perché teme che le nuove disposizioni non vengano rispettate. Secondo le direttive  europee infatti si dovrebbero lavorare al massimo 48 ore settimanali (36 + 12 di eventuale straordinario), 250 ore annue massime di lavoro straordinario, 72 servizi di pronta disponibilità all'anno (circa 6 al mese), 35 ore di riposo continuativo ogni 7 giorni di lavoro. A fronte di questi limiti è facilmente comprensibile che anche dove le aziende hanno risolto il problema delle 11 ore di riposo ininterrotto ogni 24 ore, non avrebbero regolarizzato che la minima parte del problema. A fronte di questi limiti oggi ci sono infermieri, operatori socio sanitari (e medici) con centinaia di ore annue di straordinario sulle spalle, con 15 giorni di lavoro senza riposo vero.  L’andazzo attuale è di considerare riposo il giorno del turno di notte. Peccato che parta dalle 20 o 21 fino alle 24 ovvero metà turno è in quella giornata. Altre aziende considerano riposo il giorno di “smonto notte” ma se un infermiere o un operatore sono stati svegli tutta la notte in ospedale ad assistere magari 30 o 40 pazienti, quando alle 8 di mattina, finalmente, tornano a casa, hanno solo voglia di una doccia calda e di un letto accogliente. Le aziende ospedaliere hanno avuto un anno per trovare soluzioni adeguate per garantire la corretta turnazione al personale, in primo luogo infermieri e operatori (i dipendenti più spremuti) ma si sono ritrovati a dover recuperare negli ultimi giorni, la situazione messa sotto al tappeto per un anno. Le aziende, attraverso le Regioni, hanno quindi richiesto una nuova proroga di tre mesi. Non si deve dimenticare che il riposo settimanale, e le ferie, servono per recuperare forze e attenzione. Indispensabili in tutti i luoghi di lavoro, in  special modo negli ospedali dove si ha a che fare con i malati.

Per tutto quanto sopra, per la miseria dei 5 euro al giorno di aumento previsti da governo, per il rinnovo del contratto fermo da sei anni, l’USB ha indetto il 20 novembre uno sciopero generale del pubblico impiego con manifestazioni a Milano, Roma, e Napoli. L’appuntamento a Milano è in Largo Cairoli alle 9,30.